Vai al contenuto

La Corte di Cassazione chiarisce la ripartizione dell’IMU tra eredi di una casa

Un calcolo sull'Imu seconda casa 2021

L’ordinanza della Corte di Cassazione rivoluziona la ripartizione dell’IMU nelle successioni ereditarie tra più fratelli, chiarendo l’assenza di solidarietà fiscale.

La recente ordinanza della Corte di Cassazione, identificata con il numero 11097/2025, ha introdotto un cambiamento significativo nella gestione fiscale delle successioni ereditarie. La sentenza ha stabilito che ogni coerede deve versare l’IMU in proporzione alla propria quota di eredità, eliminando il concetto di responsabilità solidale tra gli eredi. Questa decisione risolve un dilemma che ha generato innumerevoli contenziosi e confusione tra i contribuenti, e fornisce una guida chiara per la corretta ripartizione dell’imposta municipale unica.

Bonus Imu
Bonus Imu

Rivoluzione nel pagamento dell’IMU: Il principio “pro quota” e la fine della solidarietà fiscale

La questione affrontata dalla Corte di Cassazione emerge da un caso in cui un erede ha contestato tre avvisi di accertamento relativi agli anni 2014-2016. La sentenza ha stabilito che l’obbligo tributario segue le quote ereditarie, un principio sancito dagli articoli 752 e 1295 del Codice civile. A differenza delle imposte sui redditi, per le quali esiste una responsabilità solidale, l’IMU deve essere pagata solo in base alla quota di proprietà ereditata. Ciò significa che, ad esempio, se tre fratelli ereditano un immobile in parti uguali, ciascuno è tenuto a pagare un terzo dell’IMU. Nessuno degli eredi può essere obbligato a sostenere l’intero importo, a meno che non vi siano accordi specifici o pagamenti volontari con successiva rivalsa.

Validità delle notifiche intestate al defunto: un chiarimento necessario

La sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato anche il tema della validità degli avvisi di accertamento notificati a un defunto, ma ricevuti da un erede. La Corte ha stabilito che tali notifiche sono valide se l’erede riceve effettivamente l’atto e può esercitare il diritto di difesa. Questo principio, basato sull’articolo 156 del Codice di procedura civile, evita che errori formali come l’intestazione al defunto possano compromettere la regolarità degli atti amministrativi. La decisione mira a bilanciare la tutela dei diritti degli eredi con l’efficacia dell’azione amministrativa, evitando inutili contenziosi.

Implicazioni e prospettive future per eredi e amministrazioni locali

Questa sentenza della Corte di Cassazione ha implicazioni rilevanti per gli eredi e le amministrazioni locali. Da un lato, chiarisce che gli eredi non devono temere di essere chiamati a rispondere per l’intero debito fiscale relativo all’IMU, a meno che non siano stati stipulati accordi diversi. Dall’altro, le amministrazioni locali devono ora adeguarsi a questa nuova interpretazione, notificando correttamente gli importi dovuti a ciascun erede in base alla loro quota di eredità. Questa chiarezza normativa potrebbe ridurre significativamente il numero di contenziosi fiscali legati all’eredità, migliorando l’efficienza sia per i contribuenti che per le amministrazioni comunali.

Riproduzione riservata © 2025 - LEO

ultimo aggiornamento: 1 Ottobre 2025 17:57

Influenza 2025, Pregliasco avverte: possibile ondata con 20 milioni di casi in Italia